San Giuseppe con il Bambino
Presto, però, le ambizioni di Simone e il carattere difficile di Guido ne separano i percorsi e il pittore di Pesaro, dopo una breve parentesi romana, assorbe lo stile naturalistico di Guercino e della sua scuola (Negro, 1992; Ambrosini Massari, 2019). Il dipinto cervese è una delle prove mature del Cantarini, nella quale il dolce classicismo di Reni (si veda il San Giuseppe e il Bambino presso il Museo della Città di Rimini) dialoga con le ricerche naturalistiche dei pittori guercineschi, come il Centino, senza escludere scambi con la contemporanea pittura riminese (Cellini, 1985; Colombi Ferretti, 1986, 1992; Ambrosini Massari, 2019). Il santo, dalla corporatura robusta, regge in braccio un Bambin Gesù addormentato, coperto da una camiciola bianca che rivela una maniacale attenzione per la resa del particolare, soprattutto nelle pieghe del tessuto. I tratti ruvidi del volto e delle mani di Giuseppe, segnati dall'età e dalla fatica, non privano la scena di una paterna dolcezza, di una carica emotiva che include l'osservatore e lo rende spettatore di questo scambio silenzioso di affetto tra un padre e un figlio, prima ancora che tra un Santo e il Salvatore. Foschi ipotizza che la collocazione originale potesse essere la Cappella intitolata a San Giuseppe presso la Cattedrale di Cervia vecchia, al tempo in giuspatronato all'antica famiglia Mazzolani (Foschi, 1977)"