Natività della Vergine
L'attribuzione di questa tela ovale al parmense Milani è ancora incerta, anche se stilisticamente attendibile.
Giuseppe Milani nacque a Fontanellato e si formò presso la bottega di Ilario Spolverini, pittore di battaglie apprezzato particolarmente dai Farnese. In seguito alla morte del maestro, avvenuta nel 1734, Milani si trasferì a Cesena, dove risiedervano alcuni parenti, speranzoso di trovare maggiori possibilità di emergere come pittore rispetto alla nativa Parma. Per quanto il giovane pittore risultò da subito dotato di grandi qualità – come mostra la Pala delle Pericolanti depositata oggi presso le collezioni della pinacoteca cesenate – non furono poche le difficoltà che trovò per affermarsi. Tra le sue opere più significative, a Cesena si possono ancora apprezzare gli affreschi nella chiesa di San Zenone, le due grandi raffigurazioni della Natività e Decollazione di San Giovanni Battista presso l'abside della cattedrale e il meraviglioso ciclo di affreschi con Assunzione e Incoronazione della Vergine nella chiesa abbaziale della Madonna del Monte (Savini, 2010). La Natività cervese presenta le levigatezze e il colorismo riconducibili al Milani maturo, la cui pittura, senza rinunciare alla rielaborazione di un classicismo debitore alla figura di Carlo Cignani, è influenzata dal passaggio di Corrado Giaquinto, attivo a cesena nel 1750 per la decorazione della cappella della madonna del Popolo in cattedrale (Pasini, 1998). Diverse copie si trovano in molteplici chiese romagnole, tra cui Forlì (Duomo e Suffragio) e alla Pinacoteca di Faenza, alcune delle quali sono tradizionalmente attribuite alla mano del pittore forlivese Giuseppe Marchetti (1722 – 1801) (Viroli, 1996)